«Maestro, cosa devo fare per avere la vita eterna?»

03.09.2020

L'uomo ricco

Marco 10,17-27


«Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre».

Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni.

Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!». I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: «Figlioli, com'è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: «E chi mai si può salvare?». Ma Gesù, guardandoli, disse: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio».»


Il seguente passo del Vangelo di Marco, testo che reputo alquanto meraviglio, perché ci fa riflettere tanto su noi stessi e sulla nostro essere seguaci del Maestro, narra due fatti:

L'uomo ricco non accetta la proposta di Gesù, poiché era molto ricco. Una persona ricca è protetta dalla sicurezza che le viene data dalla ricchezza. Ha difficoltà ad aprire la mano e a lasciar andare questa sicurezza. Afferrata ai vantaggi dei suoi beni, vive preoccupata per difendere i suoi propri interessi.

Una persona povera non è abituata ad avere questa preoccupazione. Ma ci possono essere poveri con la mentalità di ricchi. E allora il desiderio delle ricchezze crea in loro dipendenza e fa sì che anche loro diventino schiavi del consumismo.

Non hanno tempo per dedicarsi al servizio del prossimo.


Marco 10,17-19: L'osservanza dei comandamenti e la vita eterna.


Una persona arriva vicino a Gesù e chiede: «Maestro buono, cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù risponde bruscamente: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono se non Dio solo!»

Gesù distoglie l'attenzione da sé per portarla verso Dio, poiché ciò che importa è fare la volontà di Dio, rivelare il progetto del Padre.

Poi Gesù afferma: «Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre».

É importante, secondo me, osservare sempre la risposta di Gesù.

Il giovane ricco (Mt 19, 16-22) aveva chiesto qualcosa sulla vita eterna. Voleva vivere insieme a Dio! Ma Gesù non menziona i tre primi comandamenti che definiscono la nostra relazione con Dio! Lui ricordò solo quelli che indicano un rispetto per la vita insieme agli altri!

Per Gesù, riusciamo a stare bene con Dio solo se sappiamo stare bene con il prossimo. Non serve a nulla ingannarsi. La porta per giungere a Dio è il prossimo.


Marco 10,20: Osservare i comandamenti, a cosa serve?


L'uomo risponde dicendo che osservava i comandamenti fin dalla sua gioventù. Ciò che è strano è quanto segue. Lui voleva sapere qual era il cammino della vita. Ora, il cammino della vita era e continua ad essere: fare la volontà di Dio espressa nei comandamenti.

Vuol dire che lui osservava i comandamenti senza sapere a cosa servissero. Altrimenti, non avrebbe posto nessuna domanda.

È quanto succede, secondo me, oggi a molti credenti: non sanno dire a cosa serve essere cristiani.

"Sono nato in un paese cattolico, per questo sono cattolico!" E' un'abitudine!


Marco 10,21-22: Condividere i beni con i poveri e seguire Gesù.


Udendo la risposta del giovane «Gesù lo guardò e lo amò e gli disse: Una cosa ti manca: va', vendi tutto ciò che hai e dallo ai poveri ed avrai un tesoro nel cielo, poi vieni e seguimi!».

L'osservanza dei comandamenti non è che il primo gradino di una scala che va più in alto.

Gesù chiede di più!

L'osservanza dei comandamenti prepara la persona a poter giungere al dono totale di sé a favore del prossimo.

Gesù chiede molto, ma lo chiede con molto amore, senza obbligarci, ma rendendoci liberi di scegliere.

Il giovane non accetta la proposta di Gesù e se ne va, «perché era molto ricco».


Marco 10,23-27: Il cammello e la cruna dell'ago.


Dopo che il giovane se ne andò, Gesù commentò la sua decisione: «Quanto difficilmente coloro che hanno le ricchezze entreranno nel Regno di Dio!»

I discepoli rimasero ammirati.

Gesù ripete la stessa frase ed aggiunge: «È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio!»

L'espressione "entrare nel Regno" indica, secondo la mia interpretazione, non solo ed in primo luogo l'entrata in cielo dopo la morte, ma anche e soprattutto l'entrata nella comunità attorno a Gesù.

La comunità è e deve essere un modello del regno.

L'allusione all'impossibilità da parte di un cammello di entrare per la cruna di un'ago viene da un proverbio popolare del tempo usato dalla gente per dire che una cosa era umanamente impossibile.

I discepoli si stupiscono dinanzi all'affermazione di Gesù e si chiedono tra di loro: «Allora, chi può salvarsi?», forse perché non avevano capito la risposta di Gesù all'uomo ricco: «Va', vendi tutto, dallo ai poveri e seguimi».

Il giovane aveva osservato i comandamenti fin dalla sua gioventù, ma senza capire il perché dell'osservanza.

Qualcosa di simile stava avvenendo con i discepoli.

Loro avevano già abbandonato tutti i beni come richiesto da Gesù al giovane ricco, ma senza capire il perché dell'abbandono!

Se avessero capito, non si sarebbero stupiti dinanzi all'esigenza di Gesù. Quando la ricchezza o il desiderio di ricchezza occupa il cuore e lo sguardo, la persona non riesce a percepire il senso del vangelo.

Solo Dio può aiutare!

Gesù guarda i discepoli e dice: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio. Presso Dio tutto è possibile».


Dunque, ripensando a questo passo del Vangelo, mi domando:


Facendo mie le parole del salmista: «Renderò grazie al Signore con tutto il cuore, nel consesso dei giusti e nell'assemblea. Grandi sono le opere del Signore: le contemplino coloro che le amano.» (Sal 110), chiedo alla Vergine Santissima, Madre del Messia e Regina dei Cristiani, di accompagnarmi nel cammino della vita, per giungere purificato e preparato, al tanto atteso incontro con la Santissima Trinità, per renderGli onori e lodi per la vita eterna.


Madre di Dio e Madre dell'umanità,

Madre della Chiesa e Madre di ognuno di noi:

nessuno a Te ricorre invano;

nessuno è da Te deluso,

dimenticato, abbandonato!

Noi Ti invochiamo, perciò,

con filiale e confidente trasporto.

Resta accanto a noi! Tu sei nostra Madre!


Giovanni Paolo II

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