Per il giorno della mia sepoltura!

06.04.2020

Nella banalità di questa giornata, amici di Christus Vincit, inizia la settimana più importante dell'anno, l'ultima settimana di vita di Gesù. 

Il vangelo di questo Lunedì della Settimana Santa (Gv 12, 1-11), ci racconta il gesto profetico di Maria di Betania, che ancora oggi parla con potenza alla Chiesa come appello ad aprirsi alla gratuità del Vangelo. 

In questo capitolo, l'evangelista Giovanni, ci descrive un episodio della vita di Gesù che si può considerare "profetico", perché in un certo senso annuncia quale sarà la fine della missione del Cristo, Dio fattosi uomo. 

Seduto accanto a Lazzaro che "Egli aveva risuscitato dai morti", Gesù viene unto da Maria, che gli unge i piedi. Ed è proprio questo il gesto premonitorio: poiché non si ungevano i piedi di una persona viva, ma si ungevano i piedi di un cadavere, come parte del rito ebraico, che preparava il corpo intero alla sepoltura. 

Bisogna anche dire che l'utilizzo di questo unguento prezioso e profumato, offerto da Maria a Gesù, esprime la certezza che lei ha maturato dopo la risurrezione del fratello Lazzaro, presente tra i commensali, che Gesù non poteva morire: "Io sono la risurrezione e la vita" (Gv 11, 25). 

Il gesto di Maria naturalmente non è condiviso da chi non ha fede, come Giuda, che avrebbe preferito una distribuzione altamente caritativa, nascondendo così l'avidità di cui era assetato il suo animo. L'evangelista infatti chiarisce: "era un ladro e, tenendo la borsa, portava via quello che vi mettevano dentro". Nonostante questo, sembra però aperta la questione sull'uso giusto o ingiusto del denaro. Sarebbe dunque stato più giusto dare quei soldi ai poveri? 

La replica del Signore ci fornisce un criterio, che serve anche a mettere a nudo le ipocrisie degli Iscariota di tutti i tempi. Il criterio è semplice: il Signore deve venire prima! Perché, se lui viene prima, ogni cosa va al suo posto e i poveri riceveranno amore e cure in sovrabbondanza. 

Santa Madre Teresa diceva sempre che Dio non le chiedeva efficienza ma solo di mettere amore in ciò che faceva. Al resto avrebbe pensato Lui. Alla fine, comunque, e per tutti, verrà il giudizio preconizzato nel Vangelo di Matteo: «Avevo fame...» (Mt 25, 31-46).




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