Un solo filo conduttore: l'amore per la Chiesa

02.01.2023

Omnipotens sempiterne Deus, vitæ et mortis Domine, speramus et credimus vitam Summi Pontificis Benedictus nunc in te absconditam esse.

Vultus eius, cui lumen huius mundi evanuit, vera luce quæ ex te, indeficienti fonte, manat, iugiter collustretur.

Vultus eius, qui tua itinera est perscrutatus ut ea Ecclesiæ ostenderet, tuum paternum vultum videat.

Vultus eius, qui e nostro conspectu discedit, pulchritudinem tuam contempletur et gregem tibi, æterno Pastori, commendet. Qui vivis et regnas per omnia sæcula sæculorum.


Sabato 2 Aprile 2005 Giovanni Paolo II è stato accolto in Paradiso, e sabato 31 Dicembre 2022 Benedetto XVI è nato in Cielo, nella Corte Beata. Uno nell'Ottava di Pasqua e l'altro nell’Ottava di Natale. Casualità? Quando si tratta di eventi divini nulla è frutto del caso, e nulla è senza scopo, ma tutto avviene perché rientra nel grande piano di Dio, di cui il nostro agire è solo una piccola trama del suo grande tessuto.

Ci ha lasciati nel silenzio di una mattina fredda, ma chiassosa per i preparativi nella grande basilica di San Pietro dei Solenni Vespri e del canto del Te Deum, un "piccolo" grande Santo, il Servo dei servi di Dio, il Pastore Universale della Chiesa, il Sommo Pontefice Benedetto XVI.

Se ne è andato in punta di piedi, con umiltà e semplicità, come era solito fare in ogni cosa che faceva. Una cosa solo non si è sottratto di fare: ha "gridato", pochi attimi prima di entrare in agonia, «Signore, ti amo!». Un grido che parla più di tante parole articolate e solenni, di pagine d'inchiostro... tre parole che sintetizzano il suo modo d'essere e di fare! Tutte le Sue azioni erano sempre tese verso di Lui, la Verità, la Via e la Vita, il Supremo ed Eterno Pastore, il Giudice delle Anime!

Ripensando alla vita di Benedetto XVI non si può non pensare al suo Ministero nella Chiesa: Sacerdote, Vescovo di Monaco, Cardinale Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, ed infine, Sommo Pontefice. Ed in questa sua vita spirituale-ministeriale un solo filo conduttore ha unito tutti i "tasselli": l'amore per la Chiesa, la difesa della Dottrina autentica, la difesa della Chiesa dagli attacchi esterni, ma sopratutto, da quelli interni sempre più evidenti e sinistri.

Sua Santità Benedetto XVI, come San Giovanni Paolo II (il Magno), negli ultimi mesi di vita, è stato oggetto di vere e proprie calunnie, che hanno una unica e sola origine: satana, che si è servito dei suoi "cani", dei suoi schiavi, i massoni, per cercare di infangare l'immagine e la storia di un Santo uomo e padre! Ma la stoltezza del demonio e dei suoi seguaci gli hanno fatto gustare l'effetto boomerang: una ondata di amore, contro quella satanica-massonica di odio e disprezzo, ha abbracciato il "curvo" e "stanco" Papa Benedetto, dandogli forza e speranza.

Nella sua primissima omelia da Sommo Pontefice, sul sagrato di San Pietro, Benedetto XVI parlò del pastore e del pescatore, ricordando ad Egli, e soprattutto ai fedeli (e ai suoi nemici), che «sia nell'immagine del pastore che in quella del pescatore emerge in modo molto esplicito la chiamata all'unità. Facciamo tutto il possibile per percorrere la via verso l'unità. Signore, fa' che siamo un solo pastore ed un solo gregge! Aiutaci ad essere servitori dell'unità!». Poi riservò il pensiero più dolce e filiale a San Giovanni Paolo II: «Continuamente mi risuonano nelle orecchie le sue parole di allora (22 ottobre 1978): "Non abbiate paura, aprite anzi spalancate le porte a Cristo!" Il Papa parlava ai forti, ai potenti del mondo, i quali avevano paura che Cristo potesse portar via qualcosa del loro potere. Sì, egli avrebbe certamente portato via loro qualcosa: il dominio della corruzione, dello stravolgimento del diritto, dell'arbitrio. Ma non avrebbe portato via nulla di ciò che appartiene alla libertà dell'uomo, alla sua dignità, all'edificazione di una società giusta. Il Papa parlava inoltre a tutti gli uomini, soprattutto ai giovani». E proprio a questi ultimi è andato l'ultimo appello della prima omelia: «Cari giovani: non abbiate paura di Cristo! Egli non toglie nulla, e dona tutto. Chi si dona a lui, riceve il centuplo. Sì, aprite, spalancate le porte a Cristo e troverete la vita!». Ha delineato fin da subito, così, il suo pontificato e i binari su cui la Chiesa doveva muoversi.

Poi, nel silenzio della "cella" in cui era rinchiuso, acquisita la pienezza della sua maturità di fede e di coscienza, invaso e penetrato dal profumo della santità, ci ha donato uno dei più belli testamenti spirituali che la Chiesa abbia conosciuto: 

Se in quest'ora tarda della mia vita guardo indietro ai decenni che ho percorso, per prima cosa vedo quante ragioni abbia per ringraziare. Ringrazio prima di ogni altro Dio stesso, il dispensatore di ogni buon dono, che mi ha donato la vita e mi ha guidato attraverso vari momenti di confusione; rialzandomi sempre ogni volta che incominciavo a scivolare e donandomi sempre di nuovo la luce del suo volto. Retrospettivamente vedo e capisco che anche i tratti bui e faticosi di questo cammino sono stati per la mia salvezza e che proprio in essi Egli mi ha guidato bene.

Ringrazio i miei genitori, che mi hanno donato la vita in un tempo difficile e che, a costo di grandi sacrifici, con il loro amore mi hanno preparato una magnifica dimora che, come chiara luce, illumina tutti i miei giorni fino a oggi. La lucida fede di mio padre ha insegnato a noi figli a credere, e come segnavia è stata sempre salda in mezzo a tutte le mie acquisizioni scientifiche; la profonda devozione e la grande bontà di mia madre rappresentano un'eredità per la quale non potrò mai ringraziare abbastanza. Mia sorella mi ha assistito per decenni disinteressatamente e con affettuosa premura; mio fratello, con la lucidità dei suoi giudizi, la sua vigorosa risolutezza e la serenità del cuore, mi ha sempre spianato il cammino; senza questo suo continuo precedermi e accompagnarmi non avrei potuto trovare la via giusta.

Di cuore ringrazio Dio per i tanti amici, uomini e donne, che Egli mi ha sempre posto a fianco; per i collaboratori in tutte le tappe del mio cammino; per i maestri e gli allievi che Egli mi ha dato. Tutti li affido grato alla Sua bontà. E voglio ringraziare il Signore per la mia bella patria nelle Prealpi bavaresi, nella quale sempre ho visto trasparire lo splendore del Creatore stesso. Ringrazio la gente della mia patria perché in loro ho potuto sempre di nuovo sperimentare la bellezza della fede. Prego affinché la nostra terra resti una terra di fede e vi prego, cari compatrioti: non lasciatevi distogliere dalla fede. E finalmente ringrazio Dio per tutto il bello che ho potuto sperimentare in tutte le tappe del mio cammino, specialmente però a Roma e in Italia che è diventata la mia seconda patria.

A tutti quelli a cui abbia in qualche modo fatto torto, chiedo di cuore perdono.

Quello che prima ho detto ai miei compatrioti, lo dico ora a tutti quelli che nella Chiesa sono stati affidati al mio servizio: rimanete saldi nella fede! Non lasciatevi confondere! Spesso sembra che la scienza - le scienze naturali da un lato e la ricerca storica (in particolare l'esegesi della Sacra Scrittura) dall'altro - siano in grado di offrire risultati inconfutabili in contrasto con la fede cattolica. Ho vissuto le trasformazioni delle scienze naturali sin da tempi lontani e ho potuto constatare come, al contrario, siano svanite apparenti certezze contro la fede, dimostrandosi essere non scienza, ma interpretazioni filosofiche solo apparentemente spettanti alla scienza; così come, d'altronde, è nel dialogo con le scienze naturali che anche la fede ha imparato a comprendere meglio il limite della portata delle sue affermazioni, e dunque la sua specificità. Sono ormai sessant'anni che accompagno il cammino della Teologia, in particolare delle Scienze bibliche, e con il susseguirsi delle diverse generazioni ho visto crollare tesi che sembravano incrollabili, dimostrandosi essere semplici ipotesi: la generazione liberale (Harnack, Jülicher ecc.), la generazione esistenzialista (Bultmann ecc.), la generazione marxista. Ho visto e vedo come dal groviglio delle ipotesi sia emersa ed emerga nuovamente la ragionevolezza della fede. Gesù Cristo è veramente la via, la verità e la vita - e la Chiesa, con tutte le sue insufficienze, è veramente il Suo corpo.

Infine, chiedo umilmente: pregate per me, così che il Signore, nonostante tutti i miei peccati e insufficienze, mi accolga nelle dimore eterne. A tutti quelli che mi sono affidati, giorno per giorno va di cuore la mia preghiera.

Benedictus PP XVI

Preghiamo per l'anima del Sommo Pontefice Benedetto XVI, e chiediamo la sua intercessione affinché la Beatissima e Sempre Vergine Maria e la Trinità Beata possano proteggere e guidare sempre la Chiesa e il suo Popolo eletto!

Fratres sororesque carissimi, dulcissimæ Dei misericordiæ commendemus animam Papæ nostri Benedictus, qui, Ecclesiæ catholicæ Episcopus, fratres in fide resurrectionis confirmavit. 

Pro defuncto Pontifice Deum Patrem deprecem ur per Iesum Christum in Spiritu Sancto, ut eum, a morte redemptum, in pacem suam assumat, et corpus eius resuscitet in novissimo die. 

Beata Virgo Maria, apostolorum Regina et Salus populi Romani, apud Deum intercedat ut vultum Filii sui benedicti Papæ nostro ostendat atque Ecclesiam luce resurrectionis eius consoletur.


Requiem æternam dona ei, Domine: et lux perpetua luceat ei. Requiescat in pace.

 


© 2023 Manuel Gregori. Tutti i diritti riservati.
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